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Concept
“L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose [...] Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte: la città dice tutto quelli che devi pensare, ti fa ripetere il suo discorso [.. .] come veramente sia sotto questo fitto involucro di segni, cosa contenga o nasconda, l’uomo esce dalla città senza averlo saputo. Fuori s’estende la terra vuota fino all’orizzonte, s’apre il cielo dove corrono le nuvole. Nella forma che il caso e il vento danno alle nuvole l’uomo è già intento a riconoscere figure: un veliero, una mano, un elefante". Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, 1972
Le immagini presentate vogliono creare un dialogo tra architetture e libere impressioni, con significati nascosti e non, espressi dalle architetture stesse. Tramite un punto di vista non convenzionale si racconta no aspetti emozionali inespressi dell’architettura, manifestando un pensiero attraverso immaginazione e sensazioni.
Si vuole andare oltre a quel fitto involucro di segni, sognando situazioni totalmente decontestualizzate, che offrano inaspettate considerazioni. Edifici noti e meno noti, di diversi periodi storici, diventano protagonisti di un racconto che esula dal reale, entrando in una dimensione onirica che prova a comunicare stati d’animo, tendenze e “mode” progettuali, semplici analogie formali o ironiche interpretazioni di ciò che l’uomo può vedere nella città.
Partendo da elementi reali, decontestualizzandoli, si compongono scene appartenenti più alla sfera surreale. Il tutto è originato da una sensazione, un’emozione o un pensiero che colpisce sia l’occhio sia la mente e fa scattare il processo creativo che porta alla scena finale.
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